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GLOSSARIO RIFLESSIVO DI MIACULLA

In questa pagina raccogliamo alcune riflessioni nate dai temi della nostra newsletter mensile.

ISOLE

Su alcune isole si naufraga, su altre si cerca un approdo. Alcune isole si scelgono per la loro caratteristica solitudine. Su altre bisogna imparare a convivere. Altre si creano inconsapevolmente.

Partendo dal tema Isole scrivi su qualcosa che hai imparato o un aspetto di cui hai fatto esperienza in questi anni di vita comunitaria.

(o in base alle tue esperienze personali di vita anche non comunitaria)

Esempi: quando hai avuto bisogno del tuo spazio, di isolarti e mettere dei confini? Quando la collettività è stata a supporto e quando un ostacolo all'espressione dell'individuo? Quando hanno funzionato degli accordi relazionali e quando più lo spontaneo sentire? In che relazione sta la cura di sè con la cura degli altri?

In-solem dal latino: terra circondata dall’acqua. Fa più paura l’odore della propria terra o il profumo delle onde? Fa più paura stare da soli o diluirsi tra la gente? Sei più al sicuro in casa, o fuori? Forse la risposta è la veranda. Il bagnasciuga. Quel luogo che non è un luogo, e quindi non si può abitare Una zona grigia che non esiste sulle mappe Qualcosa che abita una spazio, per quello che è, che parla di fiducia e parla di confini Una sottile striscia in cui si è salvi Al riparo dal mondo, ma non troppo lontani da un “come stai?” La calda distanza di un estraneo e lo sguardo di un amico che ti conosce da sempre e non ti domanda Vogliamo sempre una scialuppa di salvataggio, una via di fuga dall’immensità Perchè andremmo in mille pezzi, a scegliere di essere pirati Ma ci si ammala di noia a battezzare una terra e chiamarla “nostra” Si cerca il brivido. Si cerca il nuovo. Si cerca una patria. Si cerca un modo di sopravvivere. Che forse non è altro che un modo di morire bene Un accordo tra la bestia selvaggia e la bestia addomesticata Un letto caldo e un giaciglio improvvisato Stare da soli per conoscersi Saggiare i limiti, Amare le imperfezioni, Perdonare uno sbaglio Stare con gli altri per conoscersi, Saggiare i limiti, Amare le imperfezioni, Perdonare uno sbaglio Le isole non sono che lembi di terra, collegati agli altri, solo più profondamente. Chiara

In questi anni di vita comunitaria, la cosa che forse più di tutte sto imparando è percepirmi io in primis come isola, in termini di accordi che prendo con me stessa e di scelte che faccio perché mi ho sempre di più a cuore. In secondo luogo, imparare a percepirmi come isola facente parte di un arcipelago, quindi di una rete che funziona solo se ogni isola riesce a respirare insieme alle altre, nel rispetto degli accordi presi insieme e nella fede verso le cose che sento profondamente "giuste" e legate a una dimensione d'amore, in cui alla fine dei conti non serve poi così tanto. Irene

Per raccontare la cosa che ho imparato di più del vivere insieme racconto la storia di un punto: un punto che ha la forma di un semplice punto, ed è abituato a vedersi e a mostrarsi così, ma quando è sicuro di essere solo gioca a sperimentare tutte le forme che può raggiungere con la libertà di giocare con la propria forma. Ecco, quando però non ha più spazi per essere solo e protetto dagli occhi degli altri, è costretto a portare tutte le sue forme ovunque si trovi, senza proteggersi per non farsi vedere, e scopre che non serve distinguere la forma che si ha dentro la propria stanza da quella che si ha fuori, che è un inutile sforzo in più. Così tutti possono conoscerlo per tutte le infinite forme che ha. Per me è andata più o meno così. Vivere con gli altri ti fa scoprire parti di te stesso. E ti insegna a giocare con tutte le tue forme che giocano con le forme degli altri. È incredibilmente liberatorio, scoprire che non c’è il giudizio ma la curiosità di vedersi. E che anche se ci fosse il giudizio puoi continuare a giocare come vuoi tu. È una cosa che imparo ancora tutti i giorni, che mi ricordo ancora tutti i giorni, perché ce lo ricordiamo a vicenda. Questo il motivo per cui si dovrebbe vivere insieme alle persone che scelgono di vivere insieme a te. In qualsiasi modo, forma, situazione, le possibilità sono tante, ma è l’unico modo per continuare a scoprire che le tue forme sono potenzialmente infinite. Elena

La mia isola è stata da sempre piena di gente, tanto piena da non riuscire a vedere i confini e, di conseguenza, non accorgermi dell' isola stessa. In questi anni ho notato i confini dell' isola perché qualcuno, forse più attento o con altre preoccupazioni, diceva "ho bisogno di uno spazio mio". Così in quel momento si creava uno spazio ed io vedevo i confini. Riconoscere più isole nella stessa isola è stato il lavoro di questo ultimo periodo. È stato difficile per me ad un certo punto lasciare andare l'idea dell' isola "Anellodebole". C' è stato un momento in cui ho visto il castello di sabbia sgretolarsi. Come un bambino nella battigia che ha lavorato sodo e si vede portar via la costruzione con una ondata. Ma nello stesso tempo ho sentito una grande solitudine. Piena. Bellissima. In quel momento, infatti, mi sono ricordato che io desidero davvero un arcipelago comunitario. Che il mio grande sogno è questa coesistenza terrena e celeste di diversità che hanno un orizzonte comune. E per farlo tutti i granelli di sabbia sono chiamati a deciderlo. Senza identificarsi in una isola ipotetica ma scegliere liberamente di costruirla. Visto che questa isola non c'è... eppure è già qui. Vincenzo

Leggo sul dizionario Treccani... "Isola in senso figurato indica un luogo difficile da raggiungere e in quanto tale rifugio ideale a cui approdare". Il più delle volte il termine è associato a desideri di solitudine - isolarsi.. "vado a vivere in un'isola deserta!" - a sentimenti di chiusura - isolamento.. "me ne andrei in un'isola lontana da tutto e da tutti!". Nel mio immaginario ISOLA è qualunque luogo in cui mi sento a CASA, rifugio ideale, ma molto concreto, in cui condivido spazi, tempo, emozioni, pensieri con i suoi abitanti. Spazio fisico d'incontro e relazioni preziose, privilegiate perché cercate, scelte e custodite con cura. La mia isola C'E', o forse meglio, le mie isole CI SONO e sono sempre e solo ISOLE FELICI perché riccamente abitate. Patrizia

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FILI

FILI

Quali fili ci continuano a collegare?

Quali ci legano troppo stretti?

Io credo sia importante che ognuno capisca che “filo” vuole essere e che “filo” è in questo preciso momento. Quando si cuce o si ricama capitano i nodi, gli ingorghi e anche gli strappi. Capita anche che i fili si intreccino mostrando un ricamo bellissimo e altri, invece, che risultino meno riusciti. Penelope sapeva perché tesseva la tela ogni sera. 
Aveva compiuto una scelta. Il suo ricamo sarebbe stato una diretta conseguenza della propria volontà. In un gruppo c’è chi ha definito meglio il suo sentiero, chi lo sta scoprendo e chi sta cercando il bandolo della matassa nuovamente aggrovigliato. Forse, in questo ricamo confuso dell’adesso, è importante essere sinceri con se stessi: dire “mi sono perso” oppure “si, questo è il mio filo e questo posso fare”. Tutti i ricami fatti sino ad adesso sono già esistiti. Sono bellissimi, ma guai se dovessero trasformarsi in una ragnatela. Finiremmo per dondolarci come lo stornello dell’elefante ed io voglio seguire la maestria e la dedizione di Penelope.

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